La storia

Castelluccio di Norcia

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BREVE STORIA DI CASTELLUCCIO

Dalla consultazione di antichi documenti e a giudicare da impianto e tipologia del vecchio nucleo abitativo, la nascita del paese non risalirebbe a prima del secolo XIII, gli stessi documenti parlano comunque di un castello preesistente.
La presenza dell'uomo sugli ampi pascoli della zona, collegata agli allevamenti di ovini ed alla transumanza, risalirebbe all'età del Bronzo medio, epoca del fiorire della cultura appenninica; presenza, quella dell'uomo pastore, che ha causato l'inesorabile distruzione della faggeta che ricopriva interamente la zona.
Un ritrovamento di frammenti di terracotta di età romana presso la Fonte di Cànatra in un punto adatto ad un insediamento umano porta indietro nei secoli la data della prima colonizzazione di questi luoghi.
Il paese, ha avuto due nomi prima del precedente, Castello dei Senari e Castel di Monte Precino, il nome attuale, Castelluccio, era già utilizzato nel 1518.
Se non è evidente il significato del primo nome, può essere invece collegato al termine "presa" con il significato di prato, pezzo di terreno, oppure ad "apricus", soleggiato, esposto al sole, il secondo.
Castelluccio, considerando la sua posizione strategica, nacque come presidio dei confini comunali e per controllare i pascoli di Norcia; ancora oggi, il paese sorge al confine con i comuni di Castel Sant'Angelo sul Nera a nord e quello di Arquata del Tronto a sud.
I castellucciani quindi avevano un ruolo preponderante nella lotta contro le pretese territoriali di Visso (soprattutto riguardanti il Pian Perduto, alias Piano di Cànatra o più tardi anche Piano di Visso che stando ai documenti, nel 1276 apparteneva a Norcia, come fu ancora per altri decenni) e godevano di terre, franchigie e privilegi comunali se mantenevano continuamente la residenza al Castello.
Nel 1276 almeno una trentina di famiglie andarono ad integrare la popolazione del Castello dei Senari, da quel momento comincia ad affermarsi il nome di Castel di Monte Precino, l'abitato si sviluppò sulla sommità rocciosa della collina.
La parte più alta, denominata cassero, ospitava un edificio, punto di estrema resistenza, ricco di armi e vettovaglie. A semicerchi concentrici, le case si allinearono sul versante sud lasciando scoperto, per le avverse condizioni meteorologiche, quello a nord.
Si ha notizia di un massiccio intervento di restauro ed ampliamento delle mura nel 1423 probabilmente per riparare i danni causati dalla guerra tra Norcia e Camerino, per cui Castelluccio, svolse probabilmente un ruolo non marginale.
E' del 1346 la ben nota divisione della montagna, 16 divisori o terminatori, scelti nel ceto nobile e popolare di Norcia, ebbero mandato di ripartire prati, boschi, pascoli e coltivi della zona.
Ciascun nucleo familiare iscritto nel libro dei focolari ebbe una parte, che gli veniva attribuita, utilizzando termini giuridici, in usufrutto a vita, in quanto la parte assegnata (presella) tornava alla comunità in caso di cancellazione del focolare.
A partire però dal XVI secolo, Norcia cominciò a prevaricare sempre di più i diritti del contado impadronendosi a poco a poco del territorio assegnato nel 1346.
Aspre battaglie alternate a tregue più o meno lunghe, fecero da cornice alla vicenda dell'assegnazione del Pian Perduto, tra queste vicende la più famosa è la "Battaglia del Pian Perduto" del 20 luglio 1522, scontro tra Norcini e Vissani intorno al quale fiorirono racconti e leggende più o meno fantasiosi.
In quel frangente Norcia ebbe la peggio, questa vicenda sicuramente passò alla storia proprio perché Norcia malgrado fosse molto più potente, dovette soccombere. Comunque fino al XVI secolo si assistette ancora a numerose dispute tra le parti (CORDELLA e LOLLINI, 1988).


Il più famoso tra i racconti dell'epica battaglia è il poemetto storico "La Battaglia Del Pian Perduto" scritto da uno o più ignoti "rozzi pastori" all'epoca dello scontro e pubblicato nel 1914 da Padre Pietro Pirri; il volumetto è stato poi ristampato nel 1972 dallo Stab. Tip. Editoriale A. Millefiorini - Norcia (PG).


La vicenda viene narrata in 116 ottave, la prima, quella più famosa recita:

1

Giorro gualdese da bisogno mosso
Di Cànetra nel bosco taglia un legno:
Di Norcia il guardian gli corre addosso
Ma il bravo Giorro lo fa stare a segno:
Ogni norcin da questo fatto scosso
D'armarsi contro Visso fa disegno:
Norcia che ha più forze vincer crede,
Ma vince Visso che nei Santi ha fede.

i primi sonetti (3-4) descrivono Castelluccio:

3

Sotto a Vetore v'ha un piccol castello
Da zencari fonnato senza fallo,
Che de neve continua gli ha un mantello
E manco a Agosto ce se sente callo;
Da man destra e sinistra è un piano bello
Che quanto val nissun po' mai stimallo:
Solo ci mancha il diletto d'Apollo
Perché ce passa il sole a rompicollo.

4

Se quivi sgrassatore ovver bandito,
Fosse pure a le forche condannato,
Toccar potesse un albero co' un dito,
Saria rimesso da colpa o peccato:
Ché un altro luogo sì raso e pulito
Neppure l'avrebbe Bèbbeco fondato.
Io te lo lodo e non te lo divieto:
Non l'avria fatto Bèbbeco d'Orvieto

si susseguono poi sonetti di scherno e di cronaca, per descrivere minuziosamente le vicende collegate alla famosa battaglia, concludendo il poemetto con:

116

Così finì la sanguinosa guerra
De' fedeli vissan contro i norcini,
I quai laddove conquistar gran terra
Credeano e dilatar li lor confini,
Provarono, i meschini!, un serra serra
E diventar pastori de' mastini.
Così succede a quei che han gran catarro:
Perdon la zuffa e vincitore è un marro.

La vera conclusione della questione però avvenne quel giorno in cui venne consacrato con un rito commovente e solenne il cessare che si fece dalle ostilità secolari tra le due nobili città della Montagna.
Si era sui primi mesi del pontificato di Pio IX, in mezzo a frenetici entusiasmi popolari, a gioie e speranze di libertà e d'unificazione della patria, quando s'incominciò a spiegare nell'Umbria più intensa attività per l'affratellamento dei popoli.
Pace fatta quindi nel dì 28 luglio (?) 1846 in cui giurossi amicizia fra i vissani ed i norcini (PIRRI, 1914).

Castellucciani e Gualdesi festeggiano la pace, ogni anno, la prima domenica di luglio.

Bibliografia:

CORDELLA R., LOLLINI P., 1988 - Castelluccio di Norcia il tetto dell'Umbria. Parrocchia di S.Maria Assunta Ed. Castelluccio di Norcia (PG):69-92
PIRRI P., 1914 - La battaglia del Pian Perduto. Prem. Stab. Tip. Giuseppe Campi (Foligno)

I cognomi di Castelluccio

Di Walter Testa

Negli anni tra il 1986 ed il 1989 ebbi la fortuna di poter consultare alcuni registri della Parrocchia di Castelluccio, grazie alla fiducia accordatami dall'allora Parroco Don Stefano Felicetti, recentemente scomparso. Tali registri, riguardavano i battesimi (quindi le nascite), i matrimoni ed i morti di Castelluccio di Norcia dagli ultimi anni del secolo XVIII, fino ai giorni nostri.
C'erano poi libri, anche più antichi con varie curiosità, ad esempio con le donazioni elargite dai castellucciani alla Parrocchia, con l'ammontare della donazione (molto spesso in natura) ed i dati anagrafici completi di soprannome, dell'elargitore. In tali libri si vengono a trovare soprannomi come "tallonghi" o "nunciatiempu" (solo per dirne alcuni) che se detti ad anziani del paese, fanno subito tornare alla loro memoria i personaggi che vi erano associati.
Non vi nascondo l'emozione che provavo ogni volta nello sfogliare quei frammenti di storia.
Tramite questa consultazione, arrivai a compilare quasi tutti i rami del mio albero genealogico, in alcuni casi, fino a conoscere i nomi di antenati nati nella prima metà del XVIII secolo. Non è nelle mie intenzioni fare un elenco esaustivo dei cognomi di Castelluccio solamente estraendoli dal mio albero genealogico, tale risultato potrebbe essere perseguito solamente approfondendo le mie ricerche, soprattutto consultando libri ancora più antichi, sicuramente custoditi dalle gerarchie ecclesiastiche.
Nel mio albero genealogico sono presenti i seguenti cognomi: Amici, Argenti, Bertoni, Brandimarte, Cappelli, Lanzi, Pasqua, Perla, Piccolomini, Piermarini e Testa, essi sono presenti ancora oggi e dai dati in mio possesso, almeno dagli inizi del '700. Di Argenti, l'origine del cognome potrebbe essere ricercata nell'Inferno di Dante Alighieri, verso 61, canto VIII. Qui viene nominato tale Filippo Cavillucci, soprannominato Filippo Argenti per il vezzo di ferrare il cavallo con argento. Era un nobile della fazione dei Neri, appartenente agli Adimari, in vita venne alle mani con Dante. Il cognome Brandimarte è senz'altro tra i più antichi, risale all'epoca dei cavalieri ed è nominato nell'Orlando Furioso. Nel 1860 circa, alcune famiglie di Castelluccio che avevano il cognome Chiodetti, acquistarono il cognome Cappelli, che comunque era già esistente, quindi, per questo cognome esiste certamente una doppia origine. Sul cognome Pasqua, ho letto all'epoca delle mie consultazioni, c'è una curiosità; come è noto, Castelluccio di Norcia ha avuto nella sua storia una popolazione numericamente altalenante, in un periodo del XVII secolo, ci fu un brusco calo della popolazione e alcune famiglie napoletane ricevettero in dono delle terre per rimpinguare l'esigua popolazione del Castello. Queste famiglie arrivarono al paese il giorno di Pasqua di un anno del XVII secolo e a causa di questo evento, il cognome dato ai membri di queste famiglie fu proprio Pasqua.
Coccia, è un cognome apparso abbastanza recentemente. La linea dei Coccia, deriva da una stessa persona, Caio Coccia, di Luigi, di Bernardo (quest'ultimo nato presumibilmente alla fine del '700). Bernardo Coccia, quindi, è la traccia più antica a Castelluccio di questa famiglia. Più recentemente, altre famiglie Coccia non direttamente collegate con la suddetta linea, si sono insediate a Castelluccio. Cortelli è presente almeno dagli inizi del '700, alcune famiglie con questo cognome sono ancora residenti. Ercoli, è presente almeno dalla metà del '700, oggi è estinto. Montani, sicuramente proveniente da Norcia, presente a Castelluccio dalla metà del '700, oggi estinto. Orsini, presente almeno dalla metà del '700, fino alla metà dell'800, i membri di questa famiglia erano spesso registrati nei libri della Chiesa, associati a titoli nobiliari. Proietti era un cognome che veniva dato ai trovatelli, oggi presente a Castelluccio, tale cognome deriva da una unica stirpe, quella di Angelo Proietti, di Giuseppe (quest'ultimo nato presumibilmente nella metà dell'800) proveniente da Portaria (TR). Soccorsi, una unica famiglia proveniente da Villa Vallinfantis (Vallinfante, MC) ha dato origine ad una stirpe oggi estinta. L'origine è quella di Pietro Soccorsi di Lorenzo (quest'ultimo nato presumibilmente nella prima metà dell'800).
Altri cognomi, non presenti nel mio albero genealogico ma di origine castellucciana sono Ottaviani, Conti e Micoli (ancora presenti) e Palombi (ora estinto). Tra i cognomi esistenti oggi a Castelluccio e di sicura origine esterna non posso non citare Iacorossi, che trae le sue origini dal Casciano da dove è giunto nei primi anni dell'ottocento Isolo Iacorossi al seguito di una masseria di pecore o più probabilmente come carbonaio dato che molti Iacorossi del Casciano e della zona di Leonessa erano conosciuti come carbonai. Caponecchi, proveniente da Vezzano, Pignatelli dal versante Vissano, Barcaroli da uno dei paesi dell'altro versante del Monte Vettore, Pedron da Padova (fine degli anni '30, Arturo), Pala dall'Arquatano, ma anche di Castelluccio ora estinto.

Ringrazio Giuseppe Iacorossi per l'aiuto fornitomi, senza il quale avrei sicuramente dimenticato qualche cognome.
Come ho già scritto, questo elenco non vuole essere un trattato esaustivo, quindi, se qualche castellucciano, leggendo queste righe si accorgesse che ho dimenticato qualche informazione importante, non me ne voglia e non esiti a contattarci.

 

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